Mai mi sarei immaginata un film di quella portata.
Anno di produzione: 2010
Durata: 95
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico
Paese: Italia/Francia
Doveva essere un momento di svago e invece eccomi catapultata in una realtà che ho avuto modo solo di conoscere e mai di vivere ( e di questo sono grata ), una realtà fatta di mafia, vil denaro, morte, vizi, povertà e disperazione.
Il paesaggio è arido, spoglio e inospitale. Case fatte solo di cemento, nessun parco e nessun prato. Solo grigio e sabbia e questo vento caldo, forse scirocco, che rende insopportabile la calura.
La corruzione nel settore edile, i padri di famiglia che hanno un’impresa nel settore sono costretti a collaborare con immigrati clandestini (pagati ovviamente in nero) e son soggetti alle pressioni mafiose con cui si indebitano per tirare avanti.
I figli, l’amore, la comprensione e l’aiuto di chi ci è vicino fanno da cornice a questa realtà drammatica, è una cornice bella rispetto al quadro che racchiude, è una cornice che potrebbe addirittura renderlo accettabile, modificarlo ed abbellirlo.
Lo consiglio vivamente a quanti potrebbero aver cuore per capirlo, a quanti vogliano conoscere uno squarcio di realtà che esiste tutt’ora, ma che teniamo a debita distanza.
Un suggerimento, non fate come me, documentatevi prima di andare a vedere qualcosa, qualunque cosa, perché se uno parte in quinta con un mega sorriso sulla faccia si aspetta dagli eventi a cui partecipa che mantengano il buonumore, cosa che a me purtroppo si è sciolto come cera al sole.
Questa la recensione (non è mia, ma credo sia la migliore).
Claudio (Elio Germano) è un operaio edile di trent’anni che lavora in uno dei tanti cantieri della periferia romana. E’ sposato, ha due figli, ed è in attesa del terzo.
Il rapporto con sua moglie Elena (Isabella Ragonese) è fatto di grande complicità, vitalità, sensualità. All’improvviso, però, questa esistenza felice viene sconvolta: Elena muore e Claudio non è preparato a vivere da solo. Rimuove il dolore e sposta il suo lutto nella direzione sbagliata: pensa solo a sfidare il destino, e a dare ai figli e a se stesso quello che non hanno avuto finora: il benessere, i soldi, i capricci, le vacanze, in una parola le “cose”.
Per risarcire la sua famiglia, si caccia in un affare più grosso di lui e quando capisce che da solo non può farcela, si vede costretto a rivolgersi agli unici di cui si fida: la sorella troppo materna (Stefania Montorsi), il fratello timido e imbranato (Raoul Bova), il pusher vicino di casa (Luca Zingaretti).
Voto: 8
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